Fitoprobio

La produzione di biomasse ligneo-cellulosiche destinate alla trasformazione in etanolo per l’ottenimento di energia può rappresentare un’interessante prospettiva per lo sviluppo di aree marginali e utilizzare acque reflue di scarsa qualità. Si otterrebbero così i presupposti di una produzione energetica decentrata e di valorizzazione di corpi idrici che altrimenti potrebbero richiedere trattamenti di finissaggio qualitativo. In questo contesto, è indispensabile far ricorso a sistemi di coltivazione estensivi, che utilizzino piante vigorose, rustiche e di elevata produttività. Bassi costi, elevate produttività, vicinanza fra luoghi di produzione e centrale di utilizzazione sono i presupposti affinché tale tipo di filiera possa svilupparsi con successo. E’ opportuno orientare la scelta verso piante perenni, in modo da non dover sostenere ogni anno i costi delle operazioni di lavorazione e di semina. Fra le specie potenzialmente idonee, particolarmente interessanti appaiono alcune palustri, obbligate o facoltative, o alcune piante arboree adatte a vivere in condizioni di elevata umidità, anche perché potrebbero contribuire ad un miglioramento qualitativo delle acque reflue utilizzate per la loro coltivazione. Il progetto FITOPROBIO si propone quindi di valutare la fattibilità e la sostenibilità agronomico-ambientale ed energetico-economica della produzione di biomasse ottenibile da piante no food utilizzabili nei processi di fitodepurazione. Esso ha quindi il duplice scopo di favorire lo sviluppo e l’applicazione di tecniche di fitodepurazione delle acque, offrendo la possibilità di impiegare piante con una destinazione economica, e di contribuire all’allestimento di filiere produttive di energie alternative rinnovabili a basso costo di produzione. In particolare, il progetto si occupa della produzione di biomasse cellulosiche da destinare alla produzione di bioetanolo e prende in considerazione sia la fase di coltivazione che quella di valorizzazione energetica.

FITOPROBIO è un progetto triennale sviluppato da tre partner operanti in stretta sinergia:

  1. DAFNAE, Dipartimento di Agronomia Ambientale e Produzioni Vegetali dell’Università di Padova, anche partner coordinatore;
  2. CSEI Catania, Centro Studi di Economia applicata all’Ingegneria;
  3. Dipartimento Biotecnologie, Agroindustria e Protezione della Salute dell’ENEA nel Centro Ricerche della Trisaia di Rotondella (Matera).

Le attività sono iniziate a Marzo 2010. Le prime due unità operative hanno sviluppato e condotto esperienze pilota con sistemi di fitodepurazione in ambienti e con piante diverse, in modo da analizzare e presentare differenti soluzioni di riferimento per realtà agricole del Nord e del Sud Italia. Le specie sono state selezionate per ottenere le biomasse fermentescibili in collaborazione con le indicazioni dei ricercatori del centro ENEA, che ha eseguito i test di fermentazione e le caratterizzazioni del valore energetico. Assieme, le tre U.O. svilupperanno anche elaborazioni ed analisi di scenario attraverso il metodo della Life Cycle Assessment (LCA).