VIGNERB - BIRD

 

  • · Titolo e misura di intervento

L’inerbimento del vigneto per una viticoltura sostenibile: individuazione di specie e miscugli per la protezione del suolo e della vite.

BIRD184588

  • · Partner del progetto

DAFNAE

  • · Descrizione del progetto

Diversi studi hanno dimostrato l’importante ruolo esercitato dalla copertura erbacea interfilare nell’ecosistema vigneto, tuttavia le relazioni che intercorrono tra la vegetazione erbacea e la vite sono complesse e di difficile previsione. L’inerbimento interfilare è da considerarsi a tutti gli effetti una coltura in consociazione con il vigneto, la scelta quindi delle essenze da impiegare deve essere attentamente valutata sulla base del loro comportamento in uno specifico contesto pedoclimatico. Nell’inerbimento artificiale, la scelta della specie erbacea è un aspetto tecnico molto importante poiché da questa dipende il successo dell’inerbimento stesso. Ad oggi mancano informazioni dettagliate in merito al comportamento delle singole specie e delle loro consociazioni. Le specie maggiormente utilizzate negli inerbimenti artificiali permanenti sono quelle appartenetti alla famiglia delle poacee perché garantiscono una buona protezione contro l’erosione, limitano le perdite di azoto per lisciviazione e sono resistenti al passaggio dei mezzi agricoli. Le poacee sono generalmente impiegate in purezza, ma possono essere anche utilizzate in consociazione con fabacee. La presenza di queste ultime nel miscuglio serve a contenere la competizione per i nutrienti esercitata dalle poacee nei confronti della vite e migliorare la fertilità del terreno. Le fabacee sono però tendenzialmente meno resistenti al  passaggio dei mezzi ed inoltre forniscono una minore aderenza dei penumatici al terreno, per questo sono utilizzate esclusivamente in miscuglio con le poacee.

  • · Finalità

Il progetto prevedeva il confronto di tre poacee in purezza (Festuca arundinacea, Festuca rubra e Lolium perenne) e due miscugli commerciali di poacee e Trifolium repens, al fine di ottenere indicazioni sulle loro prestazioni in relazione alla persistenza dell’inerbimento, alla protezione del suolo dall’erosione idrica, alla capacità portante, alla competizione con la vite ed anche al controllo biologico degli acari dannosi sulla vite. La necessità di studiare attentamente il comportamento delle diverse specie è conseguenza del fatto che non esiste, la specie o il miscuglio “perfetto” da poter impiegare con successo in qualsiasi sito vitivinicolo. Le prestazioni delle singole specie o dei miscugli dipende, infatti, da numerosi fattori ed in particolare è influenzato dalle caratteristiche pedoclimatiche locali e dalle modalità di impianto e gestione del vigneto. Si è voluto inoltre fare chiarezza sulla gestione dei residui del taglio, ponendo a confronto il taglio con rilascio dei residui in loco (mulching) con il taglio che prevede l’asportazione degli stessi. Lo studio è stato condotto in due siti ad elevata vocazione vinicola del Veneto e con gestione di tipo biologico, al fine di fornire un valido aiuto ai viticoltori locali, affinché possano operare una scelta consapevole delle specie da utilizzare, in funzione principalmente della sostenibilità del sistema vigneto.

  • · Alcuni risultati

L’analisi dei dati relativi all’evoluzione della composizione floristica ha evidenziato una scarsa persistenza della vegetazione seminata per effetto della limitata capacità competitiva nei confronti delle specie spontanee e dell’elevata suscettibilità agli stress climatici estivi. Fa eccezione Festuca arundinacea che ha conservato un buon grado di copertura anche nei mesi estivi ed è risultata molto competitiva nei confronti delle infestanti. Tale risultato si deve anche all’impiego di cultivar da tappeto erboso che avendo una grande capacità di accestimento hanno impedito alle infestanti estive come Cynodon dactylon e Setaria italica di invadere il manto erboso. In generale, la scelta delle cultivar da tappeto erboso si è dimostrata efficace anche dal punto di vista gestionale, rispetto alle cultivar foraggere, infatti, quelle da tappeto erboso sono caratterizzate da una crescita contenuta e quindi necessitano di pochi tagli. Le differenze maggiori in termini di crescita verticale si sono osservate proprio nel confronto con la vegetazione spontanea.

La densità della cotica erbosa e la composizione floristica non hanno subito variazioni significative a seguito del rilascio o meno dei residui di taglio. Si può affermare, pertanto, che la tecnica del mulching, oltre ad essere economicamente vantaggioso per il gestore, non ha effetti negativi sulla persistenza dell’inerbimento. Inoltre, la maggiore disponibilità di elementi nutritivi derivanti dal rilascio dei residui sul terreno non ha favorito la crescita in altezza dell’erba.

Tra le varie essenze a confronto, F. arundinacea ha assicurato una maggiore protezione del terreno dall’erosione superficiale che è risultata positivamente correlata alla percentuale di terreno coperto da vegetazione. È stato inoltre confermata la capacità delle poacee di attrare gli acari predatori capaci di contenere le popolazioni di acari dannosi sulla vite.

 

  • · Responsabile scientifico

Stefano Macolino

 

  • documenti e prodotti della ricerca

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