PNRR: al via ‘Agritech’, il Centro Nazionale per le Nuove Tecnologie in Agricoltura

E’ un progetto incentrato sull’utilizzo delle tecnologie abilitanti per lo sviluppo sostenibile delle produzioni agroalimentari, con l’obiettivo di favorire l’adattamento ai cambiamenti climatici, lo sviluppo delle aree marginali, la resilienza e la multifunzionalità dei sistemi agricoli, forestali e zootecnici, la sicurezza, la qualità, la tracciabilità e la tipicità delle filiere agroalimentari, e al contempo con l’obiettivo di ridurre l’impatto ambientale delle attività produttive intensive soprattutto nelle aree a vocazionalità territoriale.

Un finanziamento senza precedenti per la ricerca nell’agrifood: 320 milioni di euro a carico del PNRR. L’iniziativa rientra nell’ambito del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, Missione 4 Componente 2 Investimento 1.4 “Potenziamento strutture di ricerca e creazione di "campioni nazionali di R&S" su alcune Key Enabling Technologies” finanziato dall’Unione europea - NextGenerationEU.

Il Centro sarà strutturato secondo l’impostazione Hub & Spoke: coinvolge 28 università, 5 centri di ricerca e 18 imprese. L’ente promotore del Centro Nazionale ‘Agritech’ responsabile dell’Hub nazionale è l’Università di Napoli ‘Federico II’ mentre i 9 Spoke coinvolti sono i seguenti: Consiglio Nazionale delle Ricerche (Spoke 1), Università di Napoli ‘Federico II’ (Spoke 2), ‘Alma Mater Studiorum’ Università degli Studi di Bologna (Spoke 3), Università degli Studi di Padova (Spoke 4), Università degli Studi della Tuscia (Spoke 5), Università degli Studi di Torino (Spoke 6), Università degli Studi di Bari (Spoke 7), Università degli Studi di Milano (Spoke 8), Università degli Studi di Siena (Spoke 9).

L’Università di Padova, in particolare, è l’ente di riferimento per le attività di ricerca riguardanti lo sviluppo di sistemi agricoli e forestali resilienti e multifunzionali per la mitigazione dei rischi associati al cambiamento climatico. Il progetto integrato del nostro Spoke prevede la ricerca di soluzioni e strategie con diverse scale di attività: a livello di coltura si sfrutteranno le piattaforme di ‘phenotyping’ e ‘genotyping’ di nuova generazione per selezionare varietà resilienti, resistenti o tolleranti agli stress biotici ed abiotici, in grado di garantire maggiori rendimenti secondo il principio “more with less”, mentre a livello di campo ci concentreremo sulle soluzioni volte ad aumentare l’efficienza di utilizzo degli input, secondo il principio “do no significant harm”. Il Referente scientifico per UNIPD è il prof. Gianni Barcaccia, Ordinario di Genetica agraria e Direttore di Dipartimento (https://www.dafnae.unipd.it). I gruppi di ricerca principalmente coinvolti nel nostro Spoke sono afferenti ai dipartimenti DAFNAE, TESAF, BCA e MAPS della Scuola di Scienze Agrarie e Medicina Veterinaria dell’Università di Padova. La dimensione finanziaria complessava per il nostro Ateneo è pari a circa 20 milioni di euro. Tra i partner affiliati al nostro Spoke figurano l’Università degli Studi di Udine, la Libera Università di Bolzano, l’Università degli Studi di Torino, l’Università degli Studi della Tuscia, il Consiglio Nazionale delle Ricerche, la Società Italiana Sementi e Relatech SpA.

Il Centro ‘Agritech’ nasce con l’ambizione di combinare le migliori competenze scientifiche per rendere l’agricoltura italiana più competitiva, resiliente e sostenibile. Vuole collegare infrastrutture di ricerca in agricoltura disponibili a livello nazionale, utilizzare le tecnologie abilitanti per migliorare produttività e sostenibilità, oltre a promuovere transizione ecologica e digitale, collaborare con le imprese per aumentare la resilienza e la competitività economica nel settore agroalimentare e formare la prossima generazione di studiosi nel settore, garantendo il capitale umano, le competenze e le infrastrutture di ricerca necessarie per affrontare le sfide future.

Il Centro Nazionale ‘Agritech’ prevede l’applicazione di tecnologie per l’agricoltura perseguendo cinque obiettivi principali:
Resilienza - Adattamento delle produzioni ai criteri di sostenibilità e ai cambiamenti climatici;
Basso impatto - Riduzione degli sprechi e dell’impatto ambientale;
Circolarità - Sviluppo di strategie di economia circolare;
Recupero - Sviluppo delle aree marginali e dei prodotti dotati di tipicità;
Tracciabilità - Promozione della sicurezza, tracciabilità e qualità delle filiere agroalimentari.

Il Centro Nazionale per le Tecnologie dell’Agricoltura è una risposta concreta ai bisogni di crescita di un settore chiave per l’economia che pesa notevolmente sul PIL italiano e su quello regionale.

I soggetti coinvolti sono: Consiglio Nazionale delle Ricerche, Università degli Studi di Bari ‘Aldo Moro’, ‘Alma Mater Studiorum’ Università degli Studi di Bologna, Università degli Studi di Milano, Università di Napoli ‘Federico II’, Università degli Studi di Padova, Università degli Studi di Siena, Università degli Studi di Torino, Università degli Studi della Tuscia, Centro Euro-Med sui Cambiamenti Climatici, Consiglio per la ricerca in agricoltura e l'analisi dell'economia agraria, New Technologies, Energy and Sustainable Economic Development, Found Edmund Mach, Politecnico di Milano, Politecnico di Torino, Scuola Superiore Sant’Anna, Università degli Studi della Basilicata, Università di Bolzano, Università Campus Bio-Medico di Roma, Università Cattolica del Sacro Cuore, Università di Catania, Università di Foggia, Università di Firenze, Università di Genova, Università di Perugia, Università di Pisa, Università di Parma, Università di Reggio Calabria, Sapienza Università di Roma, Università di Salerno, Università di Sassari, Università di Udine, Università delle Marche, Antares Vision, Consorzi Agrari d’Italia, Casillo, CNH, De Matteis, Egeos, Enginnering, Eni, Graded, IBF, Irritech, Relatech, Società Sementi Italiana, Telespazio, Bonifiche Ferraresi, Fondazione Cassa Depositi e Prestiti, Intesa San Paolo e Nestlé.